Lassù ancora lo venerano. Addirittura c’è chi gli vorrebbe comprare un’altra casa per trasformare la villetta di Gemonio in un museo della Lega, vittoriale del “celodurismo” (bandiere, ampolle, scritti di Pontida, manifesti storici). Quaggiù, a Roma, Umberto Bossi si sente invece il vecchio capo dimenticato, messo da parte da un partito guidato da ingrati. Ecco, questa parola ricorre da un po’ nei pensieri dell’Umberto (e della sua famiglia). Solo che non ha più voglia di urlare e piantare casini: evita le uscite pubbliche, rifiuta interviste e palcoscenici. C’è un fatto che non gli va giù. E c’entra Matteo Salvini. Da diversi mesi la Lega ha tolto al suo fondatore due persone, un autista e un collaboratore, che servirebbero a portarlo a Roma quando ci sono i lavori parlamentari.
Fonte il Foglio
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