Il "Capitano" è uscito vincente da qualsiasi tentativo di affossamento da parte di chi gli ha criticato di essersi circondato di cattivi consiglieri, dimostrando che lo zoccolo duro della Lega ancora regge ed è con lui. Le polemiche sollevate dal suo vice, Giancarlo Giorgetti, con qualche frase infelice sui film western che sarebbe stata estrapolata dalle anticipazioni del libro di Bruno Vespa sembrano carta straccia del giorno dopo.
Restano, senza ombra di dubbio, dissapori su alcune posizioni, soprattutto quella legata all'Europa che ancora covano sotto la brace, ma Salvini è stato categorico, nessuna richiesta di adesione neanche di avvicinamento al Ppe. La Lega punta a un grande gruppo, identitario, conservatore e di centrodestra, alternativo ai socialisti. In casa Lega confermano che difficilmente l'ex ministro dell'Interno si farà convincere del contrario. Dalla sua, d'altronde, ha il consenso.
Adesso si aprono diverse partite, da quella per il Presidente della Repubblica, con lo stesso Salvini che strizza l'occhio al premier Mario Draghi, fino a quella per le elezioni politiche. Il leader leghista mira a «un governo liberale di centrodestra fondato su alcuni valori come la difesa della famiglia, delle libertà e il taglio delle tasse».
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